Ci è più di conforto ritenere che siamo una piccola evoluzione della scimmia, che un tale decadimento degli angeli.Ora anche le parole crepano senza dire una sola parola, crepano sotto il giogo di troppe parole crepate dal peso della tua assenza. È l’apocalisse! Crepano i cuori di crepacuore per le ennesime speranze infrante. Ogni cosa ha danzato la sua scarlatta fine, in un futuro senza gente. In quel futuro remoto ho visto il mio mondo morente affogare in un mare di sangue infetto. Inetto! Avrei dovuto far meglio il mio lavoro, farlo ad est e ad ovest, a nord e a sud. Angeli caduti defecano nel buio, i rettili escono dalle crepe nei muri, gli incubi si svegliano ed escono dalle crepe della notte. Crepo nel letto fissando il futuro. Un futuro già passato, dove crepano uomini e donne, bambini e animali. E resto qui crocifisso a fissare il soffitto in un lungo interminabile brivido. L’alba sorge su un cielo già malato che da tempo ha finito il suo turno e ha smontato. L’allestimento è finito, il sole di cartone giace imballato, stinto il fondale dipinto, luci non ce ne sono in questa crepa di tenebra dove tutto si è arreso. Tra le crepe del mio cuore si nasconde una scimmia impazzita che di notte strappa e lacera. Il suo maledetto urlo ogni notte mi sveglia.
Finley Peter Dunne