Started on Dicembre 3, 2024

Mio Blu dicevi, mio Blu. Lo sono. E anche più del cielo. Ovunque tu sia, io ti circondo.”

Jannis Ritsos

Ti ho amata. Ti ho amata e t’amo mio blu in tutte le tue blu declinazioni. Quando mi hai rubato un bacio, afferrandomi coi denti le labbra che non mi hai più restituito, eri blu zaffiro. Blu di ferro e titanio. Un cosi oscuro blu da essere quasi nero, tanto buio da caderci dentro e non trovarvi più l’uscita. E’ così è accaduto. Nonostante tu sia uscita dalla mia vita io sono ancora dentro di te. Eri blu oltremare, invece, sulle nostre spiagge autunnali. Oltremare. Poiché oltre il mare mi attendevi da sempre. Oltre il blu egizio di gelide e desaturate onde nella quali ero naufragato. Fino a quando , esanime ed esangue, proprio prima di sprofondare nell’abisso indaco tu mi hai salvato. Al ricordo delle tue prime lacrime che ho bevuto di notte sotto una pioggia blu Tokyo, ho chiesto e ottenuto la pietà del ciano e l’astio del magenta: ero viola in quella notte da ricordare. Al sanguinoso ricordo di un bar dove continuavi a lasciarmi in ogni silenzio e respiro, ho chiesto il blu tenebra per completare il ritratto che porta il nome. Il ritratto che dipingo ogni blu notte nei mie sogni più candidi e nei miei incubi più turchesi. Perché vedi mio blu nonostante tu mi abbia abbandonata al mio lacerante dolore e alla mia vita di quotidiana disperazione, eri, sei e resterai per sempre il mio blu. Eri, sei e resterai il pigmento più raro, il più prezioso da usare con la cura e l’amore  di cui non sono stato capace.  L’unico concesso per tratteggiare mantelli di madonne e i tuoi capelli. L’unico che vedo ancora e sempre quando guardo il mondo da quando nel mondo ho visto te.

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